Eccoci arrivati all’ultimo appuntamento con gli atleti del Kumiai.
Gli atleti che abbiamo incontrato ci hanno accompagnato per una parte dell’estate con le loro storie facendosi conoscere un po’di più. Ognuno di loro, pur se poco abituati nel rilasciare interviste, si sono raccontati ponendo come elemento fondamentale la determinazione nel voler raggiungere gli obiettivi che si sono posti senza nascondere allo stesso tempo le difficoltà che devono affrontare quotidianamente e le rinunce che accettano di buon grado per realizzare quanto progettato. Un percorso duro e difficile che spesso dietro l’angolo nasconde la delusione e le lacrime per un risultato mancato che da sull’altro piatto della bilancia pone la gioia di essere stato protagonista in gara e l’aver messo al collo la medaglia desiderata.
Il ragazzo di cui andiamo a parlarvi oggi non è ancora maggiorenne, lo sarà il prossimo novembre, ma è un vero e proprio amante del judo che sta lavorando duro per raggiungere grandi risultati all’altezza. Si chiama Daniil Karchenko e tra i suoi mille impegni ha trovato il tempo per incontrarci e rispondere ad alcune domande. Il judo, come vedremo, per lui rappresenta un punto di riferimento importante.
Ciao Daniil parlaci un po’ di te, come sei arrivato al Kumiai?
Daniil è un ragazzone alto, biondiccio, un fisico scolpito per se un pochino timoroso. Rotto il ghiaccio inizia ad aprirsi ed a rispondere alle nostre domande.
“.. Mi chiamo Daniil ho 17 anni ,sono nato a Torino il 5 novembre del 2000 ma sono di origine russa. Entrambi i miei genitori sono russi. Non è stato facile per loro ambientarsi qui ma hanno sempre cercato di offrire a me una vita migliore di quella è la loro. Non sono nemmeno nato in uno dei migliori quartieri della città e mio padre iscrivendomi nella palestra di judo del quartiere credeva di fare la scelta migliore per me, togliendomi dalla strada e dai pericoli connessi dandomi, allo stesso tempo, la possibilità di impiegare il mio tempo diversamente apprendendo un’arte marziale e le sue regole. Un ringraziamento particolare lo devo al mio maestro, Massimo Gambino che mi ha accolto nonostante mio padre gli avesse spiegato che non avevamo assolutamente la possibilità di pagare una retta. Al Kumiai sono arrivato circa cinque anni fa e subito mi sono innamorato del posto e delle persone che lo frequentano e non mi è mai balenata l’idea di andare via…’’
Ricordi la tua prima gara in assoluto e la tua prima volta su un tatami internazionale?
‘’… La mia prima gara in assoluto ero davvero molto piccolo, avrò avuto quattro al massimo cinque anni. Non ne ho un ricordo nitidissimo quello che ricordo è che ero molto teso perché non conoscevo nessuno ma alla fine ero molto piccolo e l’ho presa come un gioco. La mia prima gara internazionale, invece, è stata in Francia. Ero un po’ più grandicello, andavo alle elementari, ma ricordo che avevo timore ed ansia, perché la realtà da cui provenivo era molto piccola e per me era tutto nuovo ed estraneo. Alla fine è andata bene. Queste sono, a mio modo di vedere, quelle esperienze formative che ti aiutano a crescere ed amare questo sport…’’.
Quante ora a settimana ti alleni? Si può essere un atleta di alto livello e allo stesso tempo avere una vita privata al pari degli altri coetanei?
‘’… Personalmente mi alleno cinque giorni alla settimana dal lunedì al venerdì almeno due ore al giorno. Una vita privata? beh di solito gli atleti di alto livello tendono ad avere relazioni con persone che praticano lo stesso sport o almeno se diverso è comunque ugualmente uno sport praticato ad alto livello perché così è più facile relazionarsi e trovare punti in comune nella gestione del poco tempo libero che si ha a disposizione. Personalmente ritengo che vivere una vita pari a quella dei miei coetanei che non praticano sport a livello agonistico sia decisamente improbabile, fosse anche solo per il fatto che non ho materialmente lo stesso tempo libero che hanno loro. Va bene cosi ne sono ben felice e non me ne faccio assolutamente un cruccio. Il judo mi ha salvato la vita…’’.
Quali sono stati i tuoi risultati migliori?
‘’… Grandi risultati per ora non ritengo di averne avuti. Sono sempre riuscito a qualificarmi per le finali dei Campionati Italiani sia da Cadetto che da Junior ma il mio miglior risultato finora è stato un settimo posto. Ho però vinto il Campionato Nazionale Libertas ed ho conquistato il primo posto nel trofeo disputatosi in Puglia lo scorso anno…’’.
Ci sono stati dei momenti in cui hai pensato di mollare?
Certamente si, i momenti difficili ci sono sempre nella vita come nel judo. Il momento più difficile in assoluto per me è stato il secondo anno da cadetto, un anno molto difficile perché attraverso la Ranking List Nazionale ero già qualificato di diritto alle finali dei Campionati Italiani. Il problema è stato che le finali si sarebbero disputate ai primi di dicembre ed io durante l’estate ero aumentato di diversi chili che rappresentavano una zavorra rispetto alla categoria in cui avrei dovuto gareggiare. Per poter partecipare dovevo assolutamente rientrare nel peso. Ho trascorso tre mesi durissimi, un vero e proprio inferno dove la dieta mi ha stremato in maniera inverosimile. Più di una volta ho pensato di rinunciare a tutto di lasciar perdere poi il mio coach Massimo Gambino (che mi è stato accanto fin da quando ho iniziato a fare judo) insieme al tecnico Mario Del Chierico mi hanno motivato e fatto andare avanti giorno dopo giorno anche quando non riuscivo a vedere, dentro di me, un motivo valido per farlo. Mi hanno trasmesso i veri valori del judo che tra le tante cose ti insegna a non mollare a reagire a proseguire il cammino…’’.
Che cosa ha il Kumiai che non trovi altrove?
‘’… La palestra dove ho iniziato ed il Kumiai poi, hanno rappresentato per me un vero e proprio punto di riferimento una specie di ancora di salvezza. Mi hanno letteralmente tolto dalla strada dandomi un’alternativa a quella che purtroppo in alcuni quartieri della periferia sembra essere una strada obbligata; parlo dei piccoli furti o cose del genere. Il maestro Massimo Gambino mi ha accolto, ci ha accolti senza porsi nessun problema pur non avendo nulla da offrirgli in cambio visto la situazione economica in cui mi trovavo. Mi ha indicato una alternativa una strada la possibilità di avere una vita diversa d quella di tanti miei coetanei sbandati…’’
Quale è stato il momento più bello per te da quando sei al Kumiai?
‘’… Per me ogni momento trascorso al Kumiai è un bel momento. Il Kumiai rappresenta la mia famiglia perché è, in un certo qual senso, la mia famiglia. Adoro quando stiamo tutti insieme paradossalmente anche nei momenti in cui i tecnici ci riuniscono, tutti insieme, per una sgridata…’’.
Quali prospettive per il futuro….
‘’… Nell’immediato il mio obiettivo principale è quello di riuscire a prendere la cintura nera ed arrivare finalmente in cima alla montagna. Fregiarmi della cintura nera sarebbe per me motivo di grande orgoglio e conto di farcela. Mi sto impegnando molto in questo senso. Più in generale mi piacerebbe un giorno poter fare per i bambini quello che il maestro Gambino ha fatto a suo tempo per me, mi piacerebbe dare a tutti la possibilità di avvicinarsi a questo sport ed insegnare loro quella che per me oggi è una vera e propria religione una scuola di vita…’’.
Non è certo un chiacchierone Daniil ma una cosa è emersa in modo netto dall’incontro con lui: come i suoi compagni di squadra sa quello che vuole e lavora duro per raggiungere gli obiettivi che ha ben chiari nella sua mente. Ha già conosciuto, nonostante la ancor giovane età, la parte più amara della vita. Ha però anche trovato un Maestro che gli ha aperto le porte della sua palestra, che lo ha accolto e guidato togliendolo dai pericoli quotidiani facendolo, al tempo stesso, sentire importante Questo se volete è il bello della vita che ti riserva poche cose che ti fanno felice ma moltissime altre, invece, che ti fanno crescere….
Noi gli auguriamo di cuore di riuscire presto a conquistare la cintura nera e di poter coronare il suo sogno di insegnare ai bambini. Sicuramente sarebbe capace di trasmettere a questi ultimi i valori importanti della vita.
Salutando Daniil è, purtroppo, giunto anche il momento di congedarci da Voi, gentili lettori, che ci avete seguito nella nostra rubrica estiva, durante la quale abbiamo conosciuto sei degli atleti di punta del Kumiai.
Dandovi appuntamento a settembre, alla ripresa dalla pausa estiva, Vi auguriamo… Buone Vacanze ….