Lorenzo Turini è, in ordine cronologico, il quarto atleta di punta della squadra agonisti Kumiai che oggi andremo a conoscere.
Lorenzo (detto Lollo) nasce il 14 maggio del 2001 a Torino ed è un ragazzone di circa 110 kg. Anche lui come la compagna di squadra Matilda Avila, che abbiamo intervistato la scorsa settimana, ha ben chiaro cosa vuole fare nella sua vita.
Lo abbiamo incontrato questo pomeriggio e si è raccontato con grande entusiasmo
Ciao Lorenzo, parlaci un po’ di te… perché il judo ed a quanti anni hai iniziato?
” ….Da piccolo praticavo basket, ma mio papà ha sempre fatto sport di combattimento per cui diciamo che ero anche molto attratto da quel mondo che è delle arti marziali. All’ età di nove anni ho lasciato definitivamente il basket per iniziare a praticare il judo nella palestra dove il mio papà era allenatore di aikido…”
Come sei arrivato al Kumiai?
” … Al kumiai ci sono arrivato che ero, diciamo, già grandicello. Al mio secondo anno come Esordiente B, o se preferite under 14, mi sono reso conto che la palestra dove mi allenavo non poteva darmi di più di quel che già mi stava dando. Non avevo gli stimoli giusti e non riuscivo a far venir fuori il meglio di me e a sfruttare in toto le mie potenzialità. Avevo sentito parlare del Kumiai, sono andato a vedere com’era l’ambiente mi è piaciuto dunque mi sono iscritto e la mia vita da judoka ha subito un’impennata verso l’alto visto che ho raggiunto traguardi che fino a quel momento sognavo ma non ero certo di poter conquistare…”
Quali sono stati i tuoi risultati migliori?
“… Il risultato che in assoluto, per me, è stato determinante è stato il titolo di Campione italiano Cadetti conquistato nel 2017 che poi ho bissato, quest’anno, nell’edizione 2018. Quel risultato è come se mi avesse aperto la mente verso nuovi orizzonti ed ho capito che del judo volevo fare uno stile di vita. Mi sono classificato al settimo posto agli Assoluti 2018, io cadetto sedicenne al cospetto di atleti junior e senior con più anni ed esperienza del sottoscritto, e sempre quest’anno la medaglia di bronzo ai Campionati Italiani Junior che per me sono stati una vera e propria occasione di rivalsa perché sono finalmente riuscito a battere quello che per me era un avversario storico. Ho, inoltre, partecipato nel 2017 agli EYOF (European Young Olimpic) insieme alla mia compagna di club Matilda Avila. A Gyor, Ungheria, e’ stata un’esperienza bellissima per il clima che si respirava del tutto simile ad una piccola olimpiade…”
Ti ricordi la tua prima gara in assoluto e la tua prima volta invece su di un tatami internazionale?
“… Si la mia prima gara la ricordo bene, avevo circa nove anni ed era in valle d’Aosta. Ero molto agitato, ricordo che ho conquistato la medaglia di bronzo e quando la guardo, appesa nella mia stanza, ripenso, con tenerezza, al bimbo che ero allora. La prima gara su di un tatami internazionale è stata, invece, in Spagna, a Fuengirola, per la European Cup Cadet. E’ stato fantastico perché il mio esordio è avvenuto in un momento d’oro per il Kumiai. in quel periodo, infatti, il Kumiai stava raccogliendo grandi risultati in Europa; per me partecipare insieme ai miei compagni di squadra come Lentini Ludovica, Aramu Alessandro e Qualizza Ilaria, solo per citarne alcuni, che vedevo come riferimenti è stata un emozione unica. Quella volta non è andata bene, ho perso, ma loro sono stati unici perché mi sono stati vicino ed aiutato a tirarmi su il morale che non era proprio, in quel momento, alle stelle. Li ho capito quanto importante fosse essere parte di un gruppo, un gruppo pronto a supportarti soprattutto quando le cose, come in questa occasione, non vanno per il verso giusto …”
Ci sono stati dei momenti bui, dei momenti in cui hai pensato di non farcela?
“… Sì ce ne sono stati diversi. In particolare per me il 2017 è stato un anno ambivalente, un anno molto duro ma che alla fine mi ha regalato una grande gioia, il titolo di campione Italiano cadetto, ed anche la cintura nera. Quando si sceglie di fare judo a livello agonistico, non è semplicemente una scelta dell’atleta in se, è una scelta di tutta la famiglia, perché l’essere agonista è un sacrificio che non affronta solo l’atleta a livello fisico e psicologico ma lo è anche per la famiglia che deve supportare a livello economico questo cammino. Purtroppo nonostante i grandi investimenti in termini di tempo, sudore fatica e denaro non sempre, i risultati desiderati, arrivano immediatamente. Non è come schioccare le dita ed il gioco è fatto! I risultati non arrivavano ed io mi sentivo in colpa perché la mia famiglia si era messa in gioco, per me, sponsorizzando in tutto e per tutto questa mia scelta per cui quando non riuscivo a portare a casa un risultato positivo la mia frustrazione era grande. Ero sfiduciato. Ho poi conosciuto una persona all’interno dell’ambiente :”Alessandro” specializzato in medicina dello sport. Grazie a lui ed a diverse sedute fatte insieme ho reimparato a credere in me stesso, ad allenarmi nella maniera giusta, perché la parte più difficile quando non riesci a vincere sta proprio nel riuscire a superare la frustrazione per la mancanza di risultati ed a ripartire con maggior entusiasmo della volta precedente. Dice un vecchio proverbio giapponese: ‘’…. Cadere 7 volte rialzarsi 8…’’ Definisce la tempra di un uomo la sua determinazione. E’ quello che nel mio piccolo ho provato a fare io anche con l’aiuto del tecnico Stefano Qualizza. Lui, in particolare, è un coach davvero super me….”
Quante ore a settimana ti alleni, riesci a conciliare la vita del judoka con quella dell’adolescente?
“Mi alleno due ore tutte le sere, quando sono in periodo pre-gara anche di più ed arrivo tranquillamente a quattro. Conciliare la vita del judoka con quella di un qualsiasi ragazzo della mia età non è sempre facile. Tante volte mi trovo a dover declinare inviti che ricevo dai miei amici ma non lo faccio con riluttanza, perché il judo è la mia vita. La vita di un agonista è una vita spartana, io l’ho scelta e non me ne pento. Per ora ne vale assolutamente la pena, io mi sacrifico ogni giorno per realizzare un sogno, il mio sogno…”
Che cosa ha il Kumiai che non trovi altrove?
” il Kumiai per me non è solo una palestra, è un luogo sacro, un tempio. E’ una famiglia a tutti gli effetti e il legame che i coach riescono a creare con noi atleti va ben oltre il solito rapporto allenatore-atleta. A volte nelle altre palestre ci si disinteressa della parte emotiva dando maggior risalto solo a quella fisica oppure a quella legata ai risultati. Al Kumiai non è così e la differenza si vede. Il Kumiai mi ha dato tanto, è stata la prima società che ha visto qualcosa in me, che mi ha dato veramente fiducia che mi ha spinto ad oltrepassare i miei limiti per ottenere ancora di più così com’era nelle mie possibilità. Ho trovato persone in grado di far uscire il meglio di me anche nei momenti peggiori. Riescono a farmi risalire anche quando sono a terra…”
Quale è stato il momento più bello per te al Kumiai?
“Il momento più bello in assoluto è stato quando ho vinto i Campionati Italiani Cadetti 2017. Avevo vinto i primi quattro incontri di ippon, vittoria prima del limite (ndr), ed in finale ho trovato un ‘’vecchio’’ avversario contro cui avevo sempre e solo perso. In quell’occasione sono riuscito a sconfiggerlo e grazie a quella vittoria ho conquistato il gradino più alto del podio e messo al collo la medaglia d’oro. Quando l’arbitro mi ha assegnato la vittoria mi sono girato verso il tecnico seduto alla sedia a seguirmi e mi sono sentito finalmente fiero di me, della mia squadra e ho sentito di aver finalmente ripagato i miei genitori e i miei allenatori per tutto quello che avevano fatto per me fino ad allora. Quel giorno non ho vinto solo io, ha vinto anche il Kumiai. Perché i miei amici, i miei maestri sono stati presenti al mio fianco durante tutto il percorso per arrivare a conquistare quel titolo , ad ogni singola gara ad ogni singolo incontro ed anche in ogni sconfitta. Quel giorno, ripeto, sul podio c’ero io ma in realtà quella vittoria era mia e di tutto il Kumiai…”
Siamo arrivati alla fine della nostra chiacchierata, non ci resta che chiederti cosa vuoi fare da grande, anche se qualcosa mi dice che in molti lo hanno già intuito..
” Da grande voglio continuare a fare judo. Il mio obiettivo è quello di entrare in un gruppo sportivo professionistico magari anche prima di terminare il percorso scolastico della scuola media superiore. Desidero anche laurearmi per continuare quella che è un po’ una tradizione di famiglia (entrambi i genitori sono laureati). Infine mi piacerebbe partecipare ad una Olimpiade e perché no vincere anche una medaglia…!”
Grandi sogni e grandi progetti per Lorenzo Turini. Noi gli auguriamo di riuscire a realizzarli tutti perché questo ragazzo ci ha dato l’impressione di essere una persona con le idee molto ben chiare sul cosa dovrà affrontare per raggiungere tutti i traguardi che si è posto di cui ci ha raccontato.
Noi vi diamo appuntamento alla prossima settimana dove andremo ad incontrare un nuovo atleta del Kumiai. .
Non mancate e continuate a seguirci.