Con le vacanze ormai alle porte c’è chi comunque suda e soffre al chiuso di una palestra per raggiungere un obiettivo ben preciso: quello di mettere al collo una medaglia nella competizione in cui andrà a gareggiare.
E’ il caso, tra questi, di Alessandro Aramu, portacolori del Kumiai, che ha lavorato e sudato insieme ai suoi compagni di squadra a Druento per poi centrare sabato a Berlino la medaglia di bronzo nella European Cup Junior considerata in assoluto come una delle tappe più dure e difficili dell’intero circuito. Con l’odierno bronzo sono dunque tre le medaglie, a questo punto della stagione, messe al collo dall’atleta del Kumiai: la medaglia d’argento nella tappa di Lignano quelle di bronzo rispettivamente a Coimbra ed oggi a Berlino.
E’ stata, quella di Berlino, una giornata faticosa, anche a causa del gran caldo che sta attanagliando in questi giorni l’Europa, ma il druentino è stato bravo a gestire al meglio questa lunga ed estenuante competizione, e le difficoltà incontrate lungo il percorso di gara, venendone, infine, a capo pur se per farlo ha dovuto, come vedremo fare gli straordinari per riuscire a salire sul terzo gradino del podio.
Alessandro, come testa di serie del tabellone kg.60, è entrato in gara direttamente nei sedicesimi di finale affrontando il tedesco, di chiare origini italiane, Murrone, che il druentino ha superato pur non senza qualche difficoltà iniziale ed un wazari sul groppone da recuperare. Ma come diceva la scrittrice americana Marijane Meaker ‘’.. Gli ostacoli sono sfide per i vincenti…’’ , dunque il druentino rimboccatesi le maniche del kimono ripartiva con il suo judo, che tante soddisfazioni finora gli ha regalato, ed andava a piazzare l’attacco vincente valutato ippon che gli dava la vittoria e l’accesso al turno successivo. L’austriaco Adamyan, negli ottavi di finale, tentava di fermare, senza successo, l’avanzata del portacolori del Kumiai che fin dall’inizio marcava un netto predominio facendo sanzionare per ben due volte l’avversario chiudendo infine la contesa con il secondo ippon della giornata. Nei quarti di finale il georgiano Darbaiseli aveva pochi, e validi, argomenti da gettare sul tatami per provare a contrastare la marcia inarrestabile del druentino; inevitabile venire, anch’egli, battuto di ippon. La notizia in questo quarto di finale era che Alessandro aveva conquistato la vittoria per immobilizzazione dell’avversario cosa assai rara da trovare nel suo repertorio di vittorie fatte, invece, di pressoché soli ippon in piedi.
Turno dopo turno giungiamo così alle semifinali che aprono il viatico per l’assegnazione delle medaglie dove nelle parte alta del tabellone vanno ad affrontarsi il giapponese Ichikawa e l’azerbaijano Yusifov, con vittoria di quest’ultimo, mentre nella parte bassa si affrontano Alessandro e l’altro azerbaijano in gara Aliyev .
E’ una semifinale dove il druentino non riesce ad esprimersi come nei match precedenti. Alessandro pare essere alla ricerca di un guizzo che non arriva. Porta attacchi che non si concretizzano, non riuscendo a trovare la chiave per risolvere il match a proprio favore. Come spesso accade in questio casi il braccio di ferro con Aliyev termina, purtroppo, con la vittoria di quest’ultimo di wazari obbligando così il druentino ad accontentarsi della finalina per la medaglia di bronzo .
La battuta d’arresto certamente brucia, ed anche molto, ma in casi come questo bisogna fare di necessità virtù e ricordare una frase del famoso imprenditore americano Henry Ford ‘’..Quando tutto sembra essere contro di te, ricorda che l’aereo decolla controvento..’’.
Rimettersi in piedi dalla caduta, cancellare la delusione e ripartire. E’ quello che ha fatto Alessandro nella finale valida per l’assegnazione della medaglia di bronzo al cospetto del russo Parchiev. Un incontro lungo e duro proseguito, terminati i canonici quattro minuti, al golden score con il druentino che si trovava in leggero vantaggio di una sanzione, shido, (due per il russo ed una per lui) ma anche un match dove nessuno dei due contendenti riusciva a prevalere in modo chiaro sull’altro. Un susseguirsi di attacchi da entrambe le parti, badando altresì a non prestare il fianco ad un contrattacco, poi ai 06:12 dall’inizio Alessandro trovava l’azione vincente, valutata wazari che gli regalava la desiderata vittoria ed insieme ad essa la medaglia di bronzo ed il terzo gradino del podio.
Un sorridente Alessandro Aramu intervistato nel parterre a fine gara, con medaglia al collo, ci raccontava di essere molto contento di questo risultato che era l’obiettivo di questo ultimo periodo dopo anche il nulla di fatto a Paks. Voleva riscattare l’opaca prestazione ungherese dunque era soddisfatto di esserci riuscito pur con il rammarico per la finale sfumata.
La dedica per la medaglia conquistata andava al nonno, a cui era Alessandro molto legato, di cui ricorreva la scomparsa. Un bel gesto di affetto da parte del druentino.
Non è grazie alla sua forza che un fiume fora una roccia.
E’ grazie alla sua tenacia
-James Watchins –